Piacere e compiacere tutti, è un arma a doppio taglio.
Per riuscire a districarsi nella complicata rete di rapporti quotidiani, cercando di accontentare tutti, si finisce per minare gli equilibri di relazioni, il successo di organizzazione e l’equilibrio di un team. In fondo, trovare il giusto equilibrio, è solo questione di coraggio.
C’è un paradosso però che regola tutto questo.
Persone dal ‘basso coraggio‘ sono spesso tenute in grande considerazione dagli altri. Piacciono perchè non si lamentano e perchè non creano mai problemi. Sono i così detti “Yes man” (citando il titolo di un film con Jim Carrey). Persone spesso accondiscendenti ad ogni cosa, spinte da un eccesso di positività e altruismo. A chi non piace relazionarsi con persone che non creano mai problemi?
In realtà questo tipo di comportamento nel lungo periodo risulta disfunzionale, perchè il rischio è di non risultare onesti con nessuno. La mancanza di coraggio in questo senso porta a delle conseguenze inevitabili:
- carico di responsabilità eccessivo;
- aspettative irrealistiche;
- continuo scostamento tra ‘io’ e ‘voi’.
Dall’altro lato, studiando i grandi leader (sia in ambito aziendale che sportivo), si è osservato che:
- i grandi successi scaturiscono da forti legami sinceri;
- le performance migliori le si hanno quando la visione, il proposito è condiviso;
- la cooperazione genera energia positiva.
In breve, quando il concetto di ‘io’ si identifica con il ‘noi’.
Avere coraggio significa proprio questo. Capire cioè quando c’è davvero il desiderio di qualcosa e questo desiderio viene ostacolato dalla quotidianità, dalle paure, dall’abitudine e dalle eredità del passato. Significa affrontare problemi difficili. E per far questo c’è bisogno di una forte dose di positività e convinzione sui propri valori.
Essere una persona dall’ ‘alto coraggio’ non è certo compito facile, ma permetterà di vivere la vita con positività e con la giusta dose di sana follia.
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