“Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla.” (Pierre de Coubertin)
Le emozioni sono un fattore importante quando si parla della gestione mentale della performance sportiva.
Infatti lo stato mentale di un’ atleta influisce sul suo comportamento, sul modo in cui reagisce all’ambiente che lo circonda e sull’iterazione con gli altri individui attorno a lui. Un ruolo fondamentale lo gioca il self-talk – il dialogo interiore – e l’energia che ne consegue. Se sei guidato da un dialogo auto-svalutante e iper-critico non potrai mai produrre nulla di buono.
Esistono molte evidenze scientifiche riguardo a questo argomento e diversi psicologi dello sport e ricercatori, sono giunti alla conclusione che non è possibile definire una vera e propria regola generale. Questo perché ogni individuo è unico e differente e quindi si attiverà in modo diverso a seconda delle necessità/situazioni. Per questo motivo, le emozioni che inizialmente potremmo percepire come negative o spiacevoli, possono portare a cambiamenti comportamentali positivi, che influiscono positivamente sulle prestazioni.
Una prima strategia è esplorare quali emozioni provi quando rendi al massimo delle tue potenzialità.
Di conseguenza è fondamentale provare a sviluppare un’attenzione particolare per cercare di replicare le stesse emozioni per le successive performance. Alcune emozioni possono sembrare contro-produttive al fine del miglioramento della prestazione, ma possono produrre rendimenti migliori rispetto a quando si sperimentano emozioni piacevoli.
Per esempio, se sei un runner potresti sentirsi scoraggiato o spaventato perché potresti credere di non essere all’altezza dei tuoi avversari. Una risposta automatica da parte del tuo coach potrebbe essere quella di fornirti rassicurazione o suggerirti di utilizzare un dialogo interiore positivo per migliorare la tua sicurezza. Tuttavia, è importante considerare che l’emozione negativa può aiutare le tue prestazioni, motivandoti ad essere più focalizzato sul tuo obiettivo o ad allenarti più duramente o in modo più efficace. Un’emozione negativa invia un segnale che bisogna fare qualcosa per migliorare il modo di giocare.
Una seconda strategia è quella di utilizzare le corrette tecniche nei momenti corretti.
Per esempio, tecniche di rilassamento o di visualizzazione per cercare di alleviare ciò che può essere percepito come emozione negativa, non sempre è una buona strategia. E’ sempre bene investigare nuove aree o affrontare le situazioni da altre prospettive.
Per esempio, l’ansia prima di una performance importante può essere un ottimo alleato: da un lato ci prepara alla prestazione, dall’altro ci aiuta a non sottovalutare l’impegno. Molti sportivi infatti, se prima di entrare in campo o iniziare la loro gara, non percepiscono un po’ d’ansia, si preoccupano. Allo stesso modo, se stiamo attraversando una fase troppo spenta, limitante o routinaria, la presenza di ansia segnala la necessità di trovare nuovi stimoli.
Apprendere diverse strategie e avere un’apertura mentale verso nuove idee, è parte integrante di una nuova consapevolezza nella gestione delle proprie emozioni.