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Non è bello sentirsi dire che stai sbagliando.

E’ vero che si impara dai propri errori, ma sfido chiunque a trovare qualcuno a cui piacciano le critiche!

Il punto di partenza è che non possiamo evitare tutte le persone che ci criticano o che ci dicono che stiamo commettendo un errore. Sarebbe più opportuno, in un percorso di crescita, sapere cosa possiamo fare per migliorare. Ecco perché è così importante il feedback.

Nella nostra epoca, fatta di comunicazione fluida, veloce, digitale, uno strumento molto potente a nostra disposizione, è il feedback. Purtroppo però, malgrado questo sia uno strumento così importante, non viene utilizzato nella giusta maniera. Infatti, recenti ricerche hanno dimostrato come all’interno di medie e grandi aziende, questo è percepito come efficace da solo il 22% dei dipendenti.

Qual è il problema allora?

Il problema principale sta nel modo in cui viene dato il feedback. Infatti molto spesso, o questo non viene recepito come tale o è semplicemente confuso, dato male e quindi percepito come critica. C’è una parte del nostro cervello, chiamata amigdala che scansione in ogni momento i messaggi che arrivano al cervello per capire se questi sono una potenziale minaccia o meno. Se il feedback risulta dato male, questo verrà percepito come minaccia, l’amigdala lo comunicherà al resto del sistema e il risultato sarà un atteggiamento difensivo nei confronti dell’interlocutore e una comunicazione che risulterà inevitabilmente inefficace.

Ecco quindi la formula per restituire un feedback efficace:

  1. Micro domanda. Formulare una domanda iniziale breve, efficace e specifica, permette al cervello di sapere che il feedback sta per arrivare. “Ho alcune idee di come poter migliorare il nostro progetto. Posso condividerle?” oppure “Hai un attimo per parlare della riunione?”. In questo modo si prepara l’interlocutore alla comunicazione e attraverso la domanda chiusa, gli si lascia l’autonomia di decidere cosa intende fare.
  2. Concentrati su un aspetto specifico. La specificità è importante perché vogliamo e dobbiamo essere in grado di identificare esattamente ciò che vogliamo che l’altra persona migliori.
  3. Colma il divario. Se dai un feedback, l’interlocutore si aspetta da te un parere o dei suggerimenti utili per migliorare nell’aspetto specifico che gli è stato fatto notare.
  4. Fai una domanda che restituisca. Concludere chiedendo al nostro interlocutore “Cosa ne pensi?” oppure “Questo è quello che farei io, tu come la vedi?”, rende la conversazione non più un monologo, ma piuttosto una comunicazione costruttiva.

Se vuoi diventare un esperto nel dare feedback, inizia a chiederli indietro. Può sembrare un paradosso, ma più bravo sarai a ricevere, altrettanto bravo diventerai a dare. In questo modo avrai la fiducia del tuo interlocutore e diventerai un vero punto di riferimento.

 

 

Photo by Brooke Cagle on Unsplash
Luca Borreca

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