Ti è mai capitato di guardarti allo specchio e chiederti: “ma chi sono realmente?“
Senza dubbio è una delle domande più importanti a cui dare una risposta. Pensa, passi un’intera vita a studiare, a lavorare, guadagnando e comprando cose, a fare sport, vestendoti e addirittura mangiando, senza che queste cose ti rappresentino! Se ci rifletti bene, questo ha dell’incredibile!
Quella relativa al vero sé, d’altronde, è una delle questioni più dibattute dalla filosofia, dalla psicologia e da tutte le materie che si occupano dell’essere umano. Eppure, malgrado tutto, per la maggior parte della tua esistenza, continui a vivere dietro ad una maschera.
Spolverare la sabbia
Probabilmente dovresti fare come Indiana Jones e cominciare a spolverare la sabbia in superficie per scoprire quale tesoro si nasconde sotto di essa. Per trovare la tua vera identità, dovresti infatti eliminare una serie di illusioni, convinzioni e involucri esterni dietro ai quali ti sei celato per anni.
Il primo passo da compiere in questa direzione è quello della percezione. Ovvero cambiare il punto di vista dell’osservazione. Per esempio, se stai leggendo questo articolo, chiaramente non sei tu ad averlo scritto. Il trucco è porti su di un punto di vista prospettivo differente, che abbia a che fare con il prendere consapevolezza di te stess*.
Il secondo passo è quello di considerare la permanenza. Questa si basa sul concetto di continuità. Ovvero, se una determinata caratteristica che associ a te, passa, mentre tu rimani uguale, significa che quella caratteristica non faceva parte di te. Per farti capire meglio…quante volte hai dichiarato di essere ansios*, ma subito dopo aver affrontato quella cosa che ti rendeva tale, l’ansia sparisce. Ecco, questo vuol dire che tu non sei l’ansia, ma che probabilmente quello stato è causato da qualcosa in particolare (…e la prima spolverata di sabbia l’abbiamo data!).
Non sei i tuoi pensieri
Percezione e permanenza ci portano ad affermare una cosa: troppo spesso facciamo in modo che i nostri pensieri ci rappresentino, ma in realtà non dev’essere così. Tu non sei i tuoi pensieri.
Il pensiero infatti, non supera la prova della permanenza, con il tempo passa mentre tu resti l* stess*. Cosa ne pensi? Se ti abbiamo convinto, ti va di giocare a ‘quello che non sei‘? Se hai risposto sì, allora inizia a leggere qui sotto:
- Non sei il tuo fisico. Da sportivi a noi è capitato spesso di essere ripresi durante le gare, quindi nel momento della massima espressione del gesto tecnico (almeno così credevamo!) e tutte le volte la nostra reazione è sempre stata la stessa: “ma davvero sono io quello?!” A te è mai capitato? Oppure con la voce registrata, per esempio nella segreteria telefonica. “Ma davvero sono io quella voce?!” Cosa vogliamo dire con questo…che se il nostro gesto tecnico migliorasse (magari!) oppure se facessimo un corso di dizione per la voce, comunque noi non cambieremmo. Infatti il numero di cellule presenti nel nostro corpo, i globuli bianchi e rossi che circolano dentro di noi, restano immutati, anche se quelle tue caratteristiche migliorassero (o peggiorassero)!
- Non sei le tue emozioni. Abbiamo fatto l’esempio prima: “sono ansios*” quindi quando l’ansia svanisce, non sei più te stess*?!
- Non sei le tue convinzioni. Spesso la mamma di Luca afferma: “Luca è fortunato, a lui va sempre tutto bene!” Bene per Luca, certamente. Ma se Luca per una volta non fosse fortunato, allora smetterebbe di essere quello che è? Un uomo laureato, appassionato di sport, con una buona autorevolezza e reputazione nel suo campo?! Certo che no!
- Non sei i tuoi beni. L’auto che hai, gli abiti che indossi o la casa in cui vivi, ainoi, non sono te. Pensa cosa accadrebbe se ti rubassero l’auto che tanto credi ti rappresenti. Il ladro diventerebbe te perché si è impossessato del tuo bene?
- Non sei i tuoi fallimenti. Fallire in una cosa, non fa di te un fallimento in tutto. Fallire significa solo avere aperto una porta ad un’altra opportunità.
Ma chi sono realmente?
L’elenco di cosa non sei, potrebbe ancora andare avanti, ma preferiamo tornare alla domanda iniziale: chi sono realmente?
Per dare risposta a questa domanda, devi prendere piena consapevolezza di te stess*. Sicuramente sei il soggetto che osserva e in quanto tale sei responsabile della tua vita, di quello che fai, di come lo fai, delle relazioni che hai con gli altri.
La domanda è importante, perché nasconde il vero senso dell’essere felice. Il tuo viaggio potrebbe essere appena iniziato. Riflettici sopra!
Vuoi provare a trovare il tuo vero sé? Contattaci! E inizieremo uno splendido viaggio assieme…