“Le convinzioni sono carceri.” (Friedrich Nietzsche)
La mente umana ha un potenziale semplicemente sbalorditivo.
Ed è un peccato scoprire che l’essere umano è in grado di porsi dei limiti da solo, di boicottare le proprie performance con l’atteggiamento mentale negativo. Credere in partenza che non riuscirai “a vincere la partita”, “a battere un certo avversario”, oppure “ad ottenere quel tempo che avevi sognato”, è una convinzione limitante. Questo ti metterà in uno stato d’animo negativo.
Riuscire a cambiare i pensieri alla base è possibile, così come modificare le credenze limitanti e automaticamente le azioni. Rimosso l’ostacolo, i risultati saranno differenti.
Se non avessimo creduto fortemente di poter terminare le nostre imprese, non saremmo neppure partiti. “Vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli” prese in prestito questo verso dell’Alfieri, ciò che ci ha permesso di fare quel che abbiamo fatto è stata la volontà e la forza di non boicottare le nostre azioni.
Esiste un modo per interrompere questo circolo vizioso e liberarsi delle credenze limitanti.
Questo modo è chiamato ristrutturazione cognitiva e può essere disinnescato con diverse tecniche. Qui di seguito ti riportiamo quelle utilizzate da noi:
1. Osserva con attenzione.
Fai attenzione a tutte quelle circostanze che sfuggono al tuo controllo e sembrano ripetersi ossessivamente.
“Quando entro in gara peggioro sempre” per esempio.
Dietro a queste circostanze o avvenimenti sta lavorando una credenza resistente molto dannosa.
- Come superarla? Visualizza una situazione negativa che hai vissuto ma che attraverso un atteggiamento positivo, sei riuscito a risolvere. Bene, prova a riportare quell’atteggiamento positivo anche nel momento dell’ingresso in gara e verifica se qualcosa cambia nel tuo risultato.
2. Scrivi tutto.
Una volta individuata la credenza, formulala per iscritto. Il semplice gesto di scriverla, è come averla smascherata definitivamente.
Per esempio: “Credo di non essere all’altezza di poter migliorare”.
- L’aneddoto. Durante Milano-Bruxelles fummo sorpresi da condizioni atmosferiche molto avverse. Sulle Alpi alcuni passi che avremmo dovuto superare, rimasero chiusi più a lungo del previsto. La volontà di superare l’ostacolo fu più forte delle credenza di non poterlo superare. Ci mettemmo a tavolino e, analizzata la situazione per iscritto, decidemmo che la soluzione migliore sarebbe stato aggirare l’ostacolo, allungando il nostro percorso, ma non rinunciando al sogno.
3. Neutralizzala.
Una volta scritta la credenza, inizia ad allontanarti da quell’immagine, osservala da un’altra prospettiva. Osservala da “estraneo”, prova a togliere i colori all’immagine, opacizzala e rimpiccioliscila. Come se la stessi elaborando al pc.
- Il consiglio. Tutti abbiamo una persona di fiducia, che per qualità, doti o semplicemente innata propensione, ha la capacità di osservare le situazioni da prospettive differenti. Fatti aiutare da questa persona a guardare la tua credenza da una prospettiva differente. Io e Ivana ci confrontiamo spesso e questo porta sempre alla soluzione del problema.
4. Elabora una credenza opposta.
A questo punto, elabora e scrivi la credenza opposta a quella che desideri sostituire.
Per esempio: “Io posso migliorare e raggiungere i miei obiettivi”. Scrivi e recitala ad alta voce, come fosse un mantra.
- L’abitudine. Trova una tua routine che accompagnerà la tua nuova credenza. Che sia un gesto o una parola, questa dovrà allontanarti dalla tua vecchia credenza limitante.
5. Visualizzala e incorporala.
Ora sei pronto/a a fare tua la nuova credenza. A questo punto prova a visualizzarla. Per esempio: immaginati durante la gara, con la prestazione che va come tu desideri e l’obiettivo che ti sei prefissato, finalmente raggiunto.
Vivi questa scena dall’interno e non più come spettatore esterno. Immagina il tuo stato d’animo al raggiungimento del tuo sogno.
- La nostra esperienza. Prima di partire per la nostra ultima impresa #whiteultrarun , ci focalizzammo talmente tanto sulla volontà di stabilire il record di correrla sotto le 90 ore, che l’arrivo fu esattamente come lo avevamo pensato nella nostra mente le settimane prima della partenza. Negli occhi e nelle orecchie, le immagini e i suoni che avevamo immaginato e sul corpo il freddo calore di una notte di primavera inoltrata in montagna.